Nel buddismo il fiore di loto è emblematico di Buddha. In tutto il mondo indiano ci sono numerosi dipinti, sculture e rappresentazioni del fiore di loto.
Questo è dovuto alla caratteristica unica del loto, che è l'unica pianta acquatica il cui fiore è sopra l'acqua, a differenza delle ninfee e di altre cugine il cui fiore galleggia sull'acqua.
Questa immagine, che connota la leggerezza, del fiore che si alza sopra la superficie dell'acqua è simile a quella di Buddha, così leggero che riposa come un gatto sopra la terra.
Il simbolismo del loto nel buddismo si basa anche sul fatto che il seme e il fiore appaiono insieme, la simultaneità della causa (il seme) e l'effetto (il fiore) nella legge di causalità dell'universo, che è uno dei concetti principali della filosofia buddista.
A questo dobbiamo aggiungere che il loto trae la sua sostanza vitale dal fango per fiorire, in effetti, sopra l'acqua. Così il "fango" rappresenta la sofferenza, i problemi, i desideri, che sono il terreno stesso del nostro sviluppo. È quindi possibile trasformare il proprio karma attraverso l'illuminazione, il raggiungimento della Buddità, grazie al nostro risveglio alla legge della causalità.
Sempre presente negli altari domestici e nei templi, il loto è sia un ornamento che un'offerta religiosa.
Anche nel buddismo, Tara Verde è una delle 21 forme di Tārā, la bodhisattva femminile della compassione, e la divinità patrona del Tibet. È raffigurata seduta con due braccia, una testa, un cristallo tra gli occhi, la gamba estesa e le due mani che tengono due fiori di loto. È pronta ad alzarsi e ad aiutare gli altri. Il suo emblema è il colore verde, simbolo della speranza, e il loto blu semiaperto.
Tara verde è particolarmente nota per il suo potere di superare le situazioni più difficili, dando protezione e conforto contro i pericoli. È una divinità del buddismo tibetano che interviene sempre in modo pacifico. È il bodhisattva femminile (termine sanscrito per indicare un Buddha prima che abbia raggiunto l'illuminazione) della compassione.